giovedì 11 novembre 2010

Mallory

E' dal risveglio che si capisce come andrà la giornata. Già il fatto che il sonno cerchi in tutti i modi di trattenerti nel letto dovrebbe farti capire tante cose. Poi però arriva qualcuno, un qualcuno a caso, ad esempio tua madre, che entra in camera sbraitando che è tardi, ti toglie le coperte e spalanca le finestre.
Ora, passino le urla. Alla fine una sveglia elettronica non è poi tanto diversa, il casino te lo sorbisci lo stesso. Potrei persino passare sopra la tortura barbarica di qualcuno che ti porta via le coperte. Non la condivido, ma la accetto come solo l'abitudine sa farti rassegnare. Ma se c'è una cosa che odio, che proprio non mi va giù, è la luce, la stramaledettissima luce del sole che ti si pianta negli occhi e te li fa bruciare. E' come se qualcuno ti piombasse addosso per strapparti via il sonno con la forza. Maledettamente brutale. La luce negli occhi al risveglio ti mette quel nervoso addosso che poi ti resta tutto il giorno. Puoi sforzarti quanto ti pare a contare fino a dieci, prima o poi arriva qualcuno a farti saltare la calma e avrai solo bisogno di sfogare i nervi.
Quando la luce arriva come una lama a ferirti gli occhi ancora assonnati, non sopporti più niente. Non sopporti le coperte tolte. Non sopporti le urla. E allora vorresti solo urlare anche tu, è naturale. Oserei dire un diritto. Ciò non toglie che urlare di prima mattina non fa bene al fegato, per non parlare di quanto facciano male le cinghiate sulla schiena che normalmente ne conseguono. E allora abbozzi. Sbuffi e ti alzi. Ti copri gli occhi con le mani per darti un po' di sollievo, per godere ancora un istante del buio. Poi però ti alzi. Ti metti a sedere sul letto e la tua giornata è iniziata. Anche oggi sarà una pessima giornata!
"Come fai a non svegliarti mai la mattina?" Dopo la batosta anche il sarcasmo. Se non fossi rimasto in piedi fino all'una a svuotare le grondaie e pulire il garage magari sarei riuscito ad andare a dormire presto e magari stamattina avrei fatto meno fatica a svegliarmi. "Ho fatto tardi stanotte. Non succederà più".
Questa pantomima si ripete tutte le mattine. Ogni sera devo fare qualche lavoro che mi costringe ad andare a dormire ad orari assurdi. Ogni mattina vengo sgridato perché vado a dormire ad orari assurdi.
"Buongiorno!" Ah, eccole qui. Gli angeli di casa. Le mie due adorate sorelle maggiori. Gemelle. Che mai e poi mai potrebbero rischiare di spezzarsi un'unghia per darmi una mano. Poverine. Mica si possono sciupare i loro bei vestitini per aiutare il loro fratellino. Vorrebbero, ma proprio non possono. Escono di casa che io ancora non sono rientrato da scuola. Rientrano che io sono già andato a dormire. E poi chi è che si prende le cinghiate?
A volte vorrei tanto essere stato adottato, ma poi guardo in faccia le due arpie e rivedo i miei stessi occhi, le mie stesse orecchie, i miei stessi capelli. Quando non se li tingono, ovviamente. Niente da fare, siamo parenti. Per fortuna non c'è papà, almeno per oggi mi risparmio gli svenevoli complimenti alla loro bellezza e a quanto sono brave. A far cosa non si sa. Il liceo l'hanno finito, e da allora non hanno fatto nulla se non uscire la sera e arruffianarsi papà per scroccare qualche soldo. Niente lavoro, niente università. Bella la vita!

Tutto sommato non mi dispiace andare a scuola. Non che mi piaccia studiare, ma almeno è un buon modo per tenersi lontani da casa. A casa non sono nessuno, ma a scuola, lì è tutta un'altra cosa. Sono il capitano della squadra di basket della scuola. Un ruolo che ho faticato a guadagnarmi. Quanta gente ho dovuto minacciare e quanti allenatori ho dovuto far cacciare via prima di arrivare ad essere il capitano. Credo di essermela un po' meritata la fama. Poi, da quando ho iniziato anche a praticare le arti marziali, la gente mi rispetta ancora di più. Sarebbe più corretto dire che mi teme, ma credo che i due concetti non siano così disgiunti.
Non è che uno sceglie di fare il bullo. E' una necessità. Tutte le scuole dovrebbero averne uno. Così, per rendere le giornate più frizzanti. Per dare alla vita quel pizzico di imprevedibilità.
Io in questo ruolo ci sono praticamente capitato per sbaglio. Quando sono arrivato in questa scuola regnava l'anarchia. Tutti facevano come gli pareva. Le uniche figure che incutevano un minimo di timore erano quei due energumeni idioti di Patrick ed Elm. Due grossi ammassi di stupidità, ma proprio in virtù della loro 'grandezza', tutti li evitavano con timore. Quei due si misero in testa di vessarmi perché ero il nuovo arrivato. A me. Che idioti. Mentre mi cercavano ho preso una corda dallo sgabuzzino del custode e ho preparato una trappola ai piedi del grande castagno al centro del piazzale della scuola. A quel punto mi sono fatto trovare e mi sono fatto inseguire. Badabooom. Sono rimasti appesi a testa in giù per ore, neanche il custode voleva liberarli. Dovevano essere proprio odiati. Da lì nacque la mia fama. Fui io a liberarli. Fui io a far smettere gli altri di ridergli dietro. Fui io a restituire loro una dignità. Da quel giorno mi seguono come due cagnetti ubbidienti e mi aiutano a mantenere l'ordine nella scuola. Niente più anarchia.

In seguito le cose hanno cominciato ad andare bene a scuola. Nel senso prettamente sociale, intendo, i voti stentano ancora a decollare. Quando la gente ti teme, cerca di averti amico, non certo di mettertisi contro. Non è vera amicizia. D'altra parte neanche Patrick ed Elm potrebbero essere considerati veri amici. Ma nella vita bisogna accontentarsi. In fondo adesso ho sempre il pranzo gratis. E anche la merenda. A volte persino la cena. Visto che i miei non mi passano una paghetta, è il meglio che possa aspettarmi.
Il timore è facile riconoscerlo. Lo vedi negli occhi, lo sguardo sfugge, cerca di evitare il contatto. Quando la gente ti teme non ti fissa mai negli occhi. Tutti ti guardano ma nessuno ti vede. A lungo andare ci si abitua. A non essere visto intendo. Non ti devi neanche preoccupare dei tuoi vestiti di terza mano. Tutti sono troppo impegnati ad ingraziartisi per notare le toppe sui gomiti della giacca.
In tutta la scuola solo una persona osa guardarmi negli occhi. Addirittura giudicarmi. In quello sguardo arrabbiato e al contempo impotente vedo la mia vita e la sua totale inutilità. Non è un caso se io ce l'abbia a morte con Elliot Summer. Quel moccioso mi irrita. E più cerco di piegare la sua arroganza e più lui continua a fissarmi negli occhi. Mi vede e mi giudica. Mi disapprova. Mi ripeto che non dovrebbe importarmi, ma ogni volta finisco sempre per perdere la ragione. E poi non posso permettere che la mia autorità sia messa in discussione, altrimenti perderei tutto il potere che ho faticosamente guadagnato instillando il terrore in ogni fibra degli studenti del McFrancis. Persino il suo amico, quel Peter, ha l'accortezza di dileguarsi ogni volta che mi avvicino. Bell'amico. Se è questo che fanno i veri amici, allora sono felice di non averne.

Ogni giorno la stessa storia. Se continuerà a fissarmi negli occhi, prima o poi qualcun'altro penserà di poter fare altrettanto. Sarebbe la fine del mio regno. E' per questo che a certa gente vanno inflitte pene esemplari. Così che altri non seguano le sue orme. Le rivolte non vanno sedate, ma impedite a priori.
Certo bisogna riconoscerglielo: è tenace. In più di un anno mai una volta ha supplicato. Non ha mai chiesto pietà. Si è fatte derubare, infilare con la testa nel water, legare al castagno all'ingresso. Credo di aver fatto la fortuna dei gommisti della città per tutte le volte che gli ho squarciato le ruote della bicicletta. Eppure non ha mai abbassato lo sguardo. Neanche una volta.
La prima regola è di non picchiare mai nessuno. Non tanto perché sia sbagliato. Le botte lasciano i segni, i segni sconvolgono i genitori - poverini-, i genitori chiamano il preside, il preside chiama mio padre, mio padre mi riempie di cinghiate. Meglio evitare le botte.
Però oggi è iniziata male, peggio del solito, pulire le grondaie è faticoso. Un cazzotto non ha mai fatto male a nessuno. Beh, sul momento fa male, ma poi passa. Se lo dai bene neanche lascia i segni. E' solo una via di sfogo, quasi terapeutico. Ne avevo bisogno, ed Elliot non manca mai di fornirmi le scuse adatte. Oggi non voleva darmi i soldi del pranzo, diceva di esserseli scordati. Chi è così scemo e distratto da scordarsi i soldi del pranzo. Quello che proprio non mi sarei aspettato era la risposta. Per carità, lo so, è una persona tenace, glielo riconosco, ma neanche ad un pazzo verrebbe in mente di rispondere ad un mio pugno. Non con Patrick ed Elm a coprirmi le spalle. E' semplicemente folle. Poi evidentemente lui non ha un padre che usa la cinghia, o magari la usa solo per tenersi su i pantaloni. Non si è preoccupato di non lasciare segni.
L'ho colpito allo stomaco. Fa male. Ti stronca un pugno ben assestato allo stomaco. Nessuno rialza lo sguardo dopo un pugno del genere. Neanche uno tenace come lui. Così mi sono permesso il lusso di girare un po' la testa per godermi lo sguardo estasiato di Patrick ed Elm rapiti e ammirati dalla mia forza. Neanche l'ho sentito arrivare, ho sentito solo un dolore lancinante ad un dente. Come se all'improvviso mi fosse venuta una carie. Di quelle che ti scavano nel nervo. Ho sentito la radice che usciva dalla mascella. Il resto era solo sangue e dolore. Quel bastardo mi ha dato un pugno in faccia. E pure forte. La cosa strana è che la prima cosa che ho pensato prima di cercare di ucciderlo fu che tutto sommato non era malaccio. Poi però la rabbia e l'umiliazione mi hanno riportato alla ragione.
Volevo soltanto sentire il suo sangue colare sul mio pugno, non mi sembrava di chiedere molto. E sarebbe successo se non fosse arrivato quello stupido prof. Quello Stevens. Il professore di scienze. Evidentemente non aveva di meglio da fare se non mettersi in mezzo. Così dopo il danno anche la beffa. Avrei dovuto passare due ore nell'aula di punizione da solo con Elliot. E con Stevens a farci la guardia.
Lo sapevo che oggi sarebbe stata una pessima giornata!


2 commenti:

  1. Forza Elliot, menaaaaaaaaaaaa!!!!! Però mi piace Mallory! Se non fossi certa del contrario direi che hai avuto un passato da bulletto visto che l'hai tratteggiato così bene XDDDDDDDD

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  2. Hahahaha! Simpaticissima, Elisa!!!!!
    Bello, soprattutto l'inizio è divertente. Bello anche il fatto che è in prima persona!
    Nadia =)

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