Visualizzazione post con etichetta Storie. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Storie. Mostra tutti i post

venerdì 31 dicembre 2010

Buon Anno!

Ho passato gli ultimi giorni a spremermi le meningi per farmi venire in mente una storia per uno special di capodanno, ma alla fine non sono riuscito a trovare nessun idea buona. Ho in mente diversi racconti per altri episodi speciali, ma nessuno che si sposi con la festività del capodanno. Inoltre in questi giorni c'è stato un notevole calo delle visite sul blog, quindi deduco che siate un po' tutti indaffarati tra panettoni e regali e probabilmente molti non avranno avuto il tempo di leggere neanche lo special di Natale, quindi alla fine ho preferito festeggiare la fine dell'anno scrivendo un nuovo capitolo del libro. Un capitolo abbastanza importante tra l'altro e con il quale abbiamo raggiunto quota 200 pagine!!! Come potevo festeggiare meglio la fine dell'anno?
Auguro a tutti un buon anno e una buona lettura!

Ci vediamo nel 2011 ;-)


mercoledì 29 dicembre 2010

Tecnica di Scrittura Top-Down

Quello che vorrei fare in questo post è parlarvi di come mi approccio alla scrittura, del mio metodo e di come ci sono arrivato. Ovviamente ci tengo a sottolineare che questo è il mio metodo, quindi potrebbe non risultare adatto a tutti. Ognuno si rapporta alla scrittura nel modo in cui si sente più a suo agio. Resta il fatto che se qualcuno ancora non ha trovato il suo metodo o magari è solo curioso di conoscere il mio, potrebbe trovare interessante quanto ho da dire.

Chi mi segue fin dall'inizio saprà che di lavoro faccio il programmatore. In un certo qual modo anche lo sviluppo di software ha un ché di artistico, o per lo meno così è quando si ha una certa libertà di azione. Programmare stimola molto la creatività ed è una sorta di punto di incontro tra la risoluzione di problemi matematici e la scrittura creativa come quella che potete leggere in queste mie pagine. Allora la domanda vien da sé, come si legano le due cose?
Effettivamente il lavoro di sviluppo influenza molto il mio metodo di scrittura, tanto che potrei dire di approcciarmi alla stesura dei capitoli con la stessa tecnica con la quale programmo.

Facciamo un passo indietro. Una piccola dissertazione informatica necessaria ad introdurre l'argomento. Ancor prima di scrivere il codice che darà vita ai programmi che ogni giorno girano sui vostri computer, un programmatore deve affrontare una lunga fase di progettazione. In realtà questa fase è la parte più consistente del lavoro perché, una volta terminata, il software in pratica si scrive da sé. Non importa che linguaggio si decida di usare per lo sviluppo, durante la progettazione il software viene analizzato in ogni sua parte e viene organizzato il lavoro che dovrà essere fatto -non come dovrà essere fatto, verrà solo identificato quale è il lavoro da fare- quindi questa metodologia può essere applicata a qualsiasi campo, dalla scrittura creativa all'organizzazione di una cenetta a lume di candela alle vacanze estive con gli amici.

Nello specifico, esistono due metodi principali che vengono utilizzati per la progettazione del software: la Bottom-Up e la Top-Down. Come suggeriscono i nomi, quello che cambia è il senso in cui si decide di muoversi.
Nella programmazione Bottom-Up si parte da un livello di astrazione molto basso, ovvero più vicino al codice macchina e meno orientato alla fruizione, per poi procedere aggiungendo funzionalità che man mano rendano il software adatto all'utilizzo da parte dell'utente finale. Questo tipo di progettazione è utile quando si intende realizzare software di ampio respiro, con finalità generiche e molteplici applicazioni. Si prenda per esempio un sistema operativo come Windows o Linux, la progettazione parte necessariamente dal basso, ovvero dal kernel che è a tutti gli effetti il cuore del sistema operativo e che permette la comunicazione diretta del software con la macchina. Una volta realizzato il cuore, si passa ad aggiungere gli altri organi, i programmi che forniranno le varie funzionalità al sistema ed infine si realizzerà un'interfaccia grafica che permetterà all'utente di gestire il tutto.
Al contrario, la programmazione Top-Down è orientata a software più 'piccoli' di cui si conosce fin dall'inizio la finalità. In questo caso si parte da un'idea e si cerca di trasformarla in realtà procedendo per suddivisioni. Come quando in matematica si scompone un problema per ricondurlo ad operazioni basilari e quindi di semplice soluzione, anche in informatica si cerca di suddividere il software in blocchi sempre più piccoli definendone man mano le connessioni tra le varie parti e rendendo il processo di sviluppo facile e immediato. Questo è il tipo di approccio che utilizzo per scrivere e di cui voglio parlarvi.
Di seguito vi riporterò le varie fasi che partono dall'idea iniziale fino ad arrivare alla stesura del singolo capitolo utilizzando i passi della programmazione Top-Down.


Lo Scopo (Le Idee)

Per scopo in informatica si intende la finalità del software. Nel nostro caso, la finalità che vogliamo raggiungere è scrivere una storia, quindi come prima cosa dobbiamo avere delle idee ben chiare in mente. Non dobbiamo necessariamente conoscere ogni vicenda che porterà dal prologo all'epilogo, in questa fase non ci interessa neanche sapere chi sono i personaggi e cosa faranno. L'unica cosa sulla quale dobbiamo focalizzarci è l'idea.
Una storia nasce sempre da un'idea, che sia vaga o specifica non importa, l'unica cosa che conta è che sia nostra, che la sentiamo dentro e che sia per noi fonte di ispirazione.
Nel mio caso l'idea era quella di un mondo dove convivessero magia e tecnologia e che per una qualche ragione queste venissero separate in modo da non potersi più incontrare.
E' molto generica e a questo punto non si può ancora identificare un racconto, ma è la tela sulla quale dipingere la nostra storia.

Lo Scenario (L'Ambientazione)

Questa è la fase in cui la storia viene 'sbozzata'. L'idea viene applicata in maniera concreta e viene dipinta l'ambientazione del romanzo. In informatica, il significato del termine scenario è un po' diverso da quello che si intende comunemente. Ci si mette nei panni dell'utente e si definisce cosa ci si aspetta dal software. In un programma di video-scrittura, l'idea è di avere uno strumento che permetta di scrivere dei testi, lo scenario è l'interfaccia che ci permetterà di farlo. Ovviamente a questo punto l'interfaccia è solo ipotizzata, il più delle volte non assomiglia per nulla a quella finale che verrà proposta all'utente, ma serve da linea guida per ottenere il risultato.
Avendo a disposizione una bozza di interfaccia, si può immaginare quali azioni vorrà compiere l'utente e quindi iniziare a suddividere le varie funzionalità. Nel nostro caso questo aiuto ce lo fornisce l'ambientazione. Descrivere nella maniera più accurata possibile il mondo all'interno del quale si muoveranno i nostri personaggi ci aiuterà a dare forma alla storia. Badate bene che a questo punto non ho ancora definito cosa dovrà accadere nella storia, ma so in che modo potrà evolversi e posso quindi iniziare a delineare una serie di avvenimenti che potrebbero accadere e ho definito le regole alle quali dovranno sottostare i personaggi.
Ci sarebbe molto da parlare sulle regole, ma finirei per scrivere un altro libro. Diciamo che come nella vita di tutti i giorni, ci sono alcuni aspetti che sono indipendenti dalla nostra volontà e che dobbiamo semplicemente accettare. Ogni giorno il sole sorgerà e tramonterà, la forza di gravità sarà sempre uguale, l'arsenico è una sostanza tossica e l'ossigeno è una necessità per sopravvivere. Non dico che dovrete creare tante regole quante ne esistono nel mondo reale perché altrimenti impazzireste, ma vanno fissati alcuni punti sui quali bisogna essere rigidi e coerenti. Nella mia storia le persone che vengono dal mondo della tecnologia non possono fare uso di magia e viceversa (se a qualcuno è venuto in mente Elliot, vi rimando al capitolo delle eccezioni). Una volta create delle regole generali, si possono definire delle regole più piccole e soggette a restrizioni, come ad esempio nel caso di Kaila che, essendo una discendente degli Edori, ha il potere della preveggenza. In questa fase possiamo definire cosa esiste e cosa non esiste nel nostro mondo -elfi, nani, vampiri, licantropi, mutaforma, cervi con le ali, etc...-, cosa è possibile e cosa non lo è -volare, teletrasportarsi, saltare da una torre senza morire spiaccicati, viaggiare nel tempo e nello spazio in una cabina blu, etc...-
Una volta definite le regole si avranno a disposizione tutti gli strumenti per iniziare e delineare una storia vera e propria.

Casi d'Uso (La Storia)

I casi d'uso sono delle descrizioni sommarie di cosa gli utenti faranno con il software, di come si muoveranno all'interno dello scenario e di cosa ci si aspetta come risultato. Eccola qui la nostra storia. Ora che abbiamo delineato il mondo in cui questa si svolgerà, è giunto il momento di trasformare la nostra idea in qualcosa di più concreto. Ovviamente anche in questa fase non ci servono i dettagli degli avvenimenti, ci basta sapere in maniera per sommi capi cosa vogliamo raccontare e come vogliamo raccontarlo. Butteremo giù poche righe per descrivere la storia, una sorta di riassunto o sinossi che poi andremo man mano ad affinare.
In questa fase può anche avvenire una prima suddivisione. Per identificare i casi d'uso infatti si definisce cosa un utente potrà fare in una determinata schermata, ma non è detto che il lavoro completo potrà essere ricondotto all'interno dello stesso caso d'uso. In poche parole è questo il momento di definire come organizzare la storia in macro-sezioni, libri, saghe o quello che meglio si adatta al nostro genere. A questo punto sarà necessario scrivere accanto alla sinossi della storia completa anche le sinossi dei singoli libri o sezioni mantenendo ben presente la storia generale. In questo modo potremo concentrarci sulla prima parte della storia avendo però un riferimento a ciò che dovrà accadere sia in senso generico sia nello specifico nelle macro-sezioni successive (ad esempio potremo far accadere un evento nel primo libro e spiegarlo solo nel secondo, così si crea curiosità e aspettativa nel lettore). Personalmente cerco di non esagerare, perché ogni parte della storia avrà bisogno di un finale che lasci il lettore soddisfatto, altrimenti potrebbe decidere di non leggere il seguito.

Funzionalità (Gli Eventi)

Ogni caso d'uso dovrà fornire diverse opzioni all'utente fornendo così una prima suddivisione in funzionalità. In questa fase di scrittura, riconduciamo la storia ad una serie di eventi. Gli eventi non sono altro che momenti in cui accadono fatti che definiranno l'evolversi della storia. E' utile creare un vero e proprio diagramma di flusso in cui tutti gli eventi sono descritti brevemente e in ordine cronologico, così da avere una scaletta da seguire in fase di scrittura. Il concetto alla base della programmazione Top-Down è di avere un quadro generale ma di specializzarsi sui singoli oggetti di sviluppo. In pratica la cosa più importante è concentrarsi di volta in volta sul singolo evento. E' per questo che definendo una scaletta si dovranno descrivere tutti gli intrecci che avverranno nel libro, così quando si inizierà a scrivere la storia si avranno già a disposizione tutte le informazioni necessarie per poter accantonare temporaneamente il quadro generale.
Per facilità è bene scrivere per ogni evento una lista di avvenimenti che devono accadere fornendo un'ulteriore suddivisione del lavoro all'interno di ogni passo.

Gli Attori (I Personaggi)

In fase di progettazione per attori si intendono quei blocchi di programma che parteciperanno attivamente alla funzionalità in esame. Personalmente non ho ancora chiaro quanti e quali saranno i personaggi di tutto il libro/saga. Di volta in volta mi limito ad esaminare un evento particolare e cerco di immaginare chi vi prenderà parte. Ogni evento ha i suoi protagonisti che si alterneranno sulla scena, è quindi necessario in questa fase buttare giù due righe per dare una descrizione dei vari personaggi, sia fisicamente che psicologicamente, inoltre va descritto cosa faranno mentre saranno presenti in scena. In questa maniera sarà sempre possibile aggiungere nuovi personaggi e lo si potrà fare con metodo e senza troppe forzature. Tra l'altro questo sistema permette di dimenticarsi completamente dei personaggi già introdotti ma non presenti in scena, facendo in modo di rendere più semplice la stesura del testo. Qualora ci venga in mente qualche nuovo evento durante la stesura delle descrizioni (a me capita spesso di voler creare degli eventi che spieghino il cambiamento caratteriale di un personaggio in base a come l'ho descritto) potremo sempre tornare al passo precedente e aggiungerlo, non bisogna mai tenere nulla a mente, la memoria è molto labile e rischieremmo di perdere l'idea.

Gli Oggetti (I Capitoli)

Quando si parla di oggetti significa che si è in una fase intermedia in cui la progettazione si fonde con lo sviluppo reale. Gli oggetti sono le porzioni di codice che descrivono un attore e che eseguono le azioni. In questa fase quindi si prende in esame un attore alla volta e si definisce cosa può fare e come lo può fare, sempre ovviamente all'interno della funzionalità che si sta analizzando. Prendiamo quindi di volta in volta i nostri personaggi e raccontiamo la loro storia, li facciamo muovere all'interno dell'evento e ne descriviamo le varie interazioni con gli altri personaggi. A conti fatti stiamo stendendo una prima bozza di quello che sarà un capitolo del nostro libro e se le descrizioni dei personaggi, dello scenario e dell'evento sono state adeguatamente approfondite, la storia si scriverà da sola.
Ho scelto questa via perché mi permette di vedere una stessa scena attraverso gli occhi di diversi personaggi, sia buoni che cattivi, con l'intenzione di dare una maggiore tridimensionalità alla storia. In questa maniera nulla è lasciato al caso e si ha la possibilità di spiegare tutte le cause e gli effetti delle varie azioni.
Inoltre, scrivere ogni capitolo dal punto di vista di un personaggio diverso permette di approfondire la psicologia della persona e vivere più intensamente le relazioni che questa crea con gli altri attori.

Le Eccezioni

Quando si studiano i casi d'uso, vanno prese in considerazione anche le cosiddette eccezioni. Queste sono delle condizioni di errore gestite, nel senso che si prevede che possano accadere e quindi si studia il modo di reagire opportunamente. Nel caso della scrittura, è possibile prevedere che alcune regole possano essere aggirate o addirittura infrante, anzi, è importante che ogni tanto qualche regola venga infranta perché vi permetterà di descriverla nel dettaglio e fornire un maggiore spessore all'evento o al personaggio che ha infranto quella determinata regola.
*SPOILER* (Evidenziare per leggere ^_^)
Nel mio caso Elliot è in grado di utilizzare la magia nonostante sia nato nel mondo della tecnologia. Questo è un evento fondamentale che verrà spiegato più avanti e che determinerà in modo significativo le dinamiche della storia.

*SPOILER*


Il Linguaggio (Lo Stile)

Una volta definiti gli oggetti con le loro proprietà e le loro funzioni, passeremo alla scrittura vera e propria del codice. Per farlo è necessario scegliere un linguaggio appropriato -che può essere C, C++, Java, Assembly, etc...- e non deve essere necessariamente lo stesso per tutti gli oggetti. Non è impossibile trovare librerie all'interno dello stesso software scritte in linguaggi diversi. Anche se in informatica questa pratica è deprecata, in scrittura invece si rivela essere una pratica molto divertente. Permette all'autore di spaziare tra i vari stili e fornisce al personaggio descritto nel capitolo delle peculiarità uniche. Nel mio caso ad esempio ho scelto di narrare in prima persona i capitoli dedicati a Mallory. Questo ovviamente sta alla fantasia dello scrittore, purché poi si mantenga una certa coerenza all'interno del libro (Nel mio caso tutti i capitoli dedicati a Mallory saranno scritti in prima persona).


Conclusione

Spero che questo post possa essere utile a qualcuno, ma ci tengo a ribadire che non esiste un unico metodo e che quello qui descritto è solo quello che uso io e potrebbe anche non essere condiviso dai più. Buona scrittura!


mercoledì 8 dicembre 2010

150 Pagine!

In questi giorni mi sono in un certo senso impegnato in un esperimento. Volevo vedere se era possibile fare lo scrittore come 'lavoro d'ufficio'. Mi spiego: Sto cercando di scrivere un capitolo al giorno, iniziando con la prima stesura dalla mattina alle 8:00 fino a -più o meno- le 13:00. Pausa pranzo. Poi passo alla correzione di bozze e alla rilettura fino alle 17:00.

Questo vi da la misura di quanto io mi impegni nel mio lavoro reale XD

Beh, questo esperimento durerà solo per questa settimana, quindi aspettatevi altri due capitoli tra giovedì e venerdì (Oggi è festivo :D). Intanto però comincio a notare un primo tipo di impatto di questo 'metodo' sulle storie che scrivo. I capitoli risultano più corti. Per forza di cose in un giorno vengono in mente meno cose da dire, e quindi la lunghezza ne risente. Un'altro problema è la forma. Scrivo e riscrivo più in fretta, il che porta ad un naturale generarsi di errori grammaticali. Tutto sommato però non è impossibile mantenere il ritmo, ammesso di prendersi comunque un periodo a fine stesura per effettuare una rilettura correttiva.

Un vantaggio che ho notato invece è che risulta più facile mantenere uno stile omogeneo. Beh, almeno per me è un vantaggio. L'altro giorno mi sono riletto il primo capitolo e per poco non lo cancellavo e lo riscrivevo da capo... bellissimo, per carità, lo adoro. Però è completamente diverso dallo stile che sto tenendo oggi.

Devo fare un piccolo mea culpa. Il motivo per cui avevo iniziato questo blog sta proprio nel fatto che mi era venuto in mente la prima parte de Il Sigillo, una storiella seria ma raccontata in maniera ironica. Negli ultimi capitoli quel tipo di ironia si è dapprima assottigliata fin quasi a sparire. Credo proprio che mi impegnerò per recuperare quella freschezza e quella simpatia che ero riuscito ad infondere nelle prime pagine di questo libro.

Tutto questo cosa c'entra col titolo del post? Niente! Ok, non sono pazzo... oddio, forse un po' lo sono. Il punto è che finora vi ho fatto le 'comunicazioni di servizio', ora però è giunto il momento di arrivare al vero motivo che mi ha spinto a scrivere questo breve post.
Stamattina, preso da una botta di fancazzismo, ho deciso di provare ad impaginare il libro, o perlomeno ciò che ho scritto finora. Ho scaricato diverse guide su come si impaginano i libri in maniera professionale e mi sono messo al lavoro. Il risultato mi ha lasciato a dir poco senza parole: 150 PAGINE!!!!

Credevo di averne scritte al massimo una cinquantina. Mai mi sarei aspettato di aver scritto una mole così enorme di testo. Eppure siamo solo all'inizio, sto presentando i personaggi e tratteggiando la storia... Se adesso sono a 150 pagine, per completare il libro arriverò almeno a 1500! Questo mi ha portato a fare una seria considerazione sul proseguo della storia e su come organizzarla. Da bravo scrittore Fantasy ho deciso di realizzare una trilogia. Questo porta una grande semplificazione dal mio punto di vista. Nel senso che manterrò comunque la visione di insieme della storia, ma per il momento mi concentrerò sul raggiungere un obbiettivo più immediato che porterà alla conclusione del primo libro. Inoltre in questa maniera posso meditare con più calma su come gestire le parti successive della storia.

Beh, detto questo ci terrei a ringraziare tutte le persone che finora mi hanno seguito e che in giro per internet mi hanno fatto i complimenti (vi becco tutti con le statistiche di Blogger :D)

Vi auguro una buona lettura coi capitoli a venire.


martedì 23 novembre 2010

Personaggi

Con questo capitolo abbiamo terminato il giro di presentazioni. Almeno per quanto riguarda i buoni.
Mi sono reso conto che ogni capitolo sembra un episodio di Lost, con un pizzico di trama e due ore di flashback. Però temo che questo sia il mio stile e pertanto dovrete sopportarlo :D
Non sarà sempre così, ma quando voglio che il lettore capisca i motivi di un determinato evento, ho bisogno di partire da Adamo ed Eva. Ritengo che il background sia più importante della storia stessa: se i personaggi non si reggono in piedi, come potrà farlo la trama?
Comunque adesso ci attendono un paio di capitoli di pura trama dove finalmente vedremo l'incontro tra Kaila ed Elliot e dove cercherò di dare inizio a quella che sarà poi la storia che voglio raccontare.
Alla fine sono abbastanza sicuro di aver delineato bene il carattere dei vari personaggi, forse un po' meno il loro aspetto fisico (Kaila la descriverò a breve, o meglio, lo farà Mallory XD). L'unico che credo di aver tratteggiato meglio dovrebbe essere Stevens, ma d'altra parte è l'unico basato su una persona reale. Questo ha facilitato non poco la descrizione ^_^

Buona lettura


venerdì 29 ottobre 2010

A proposito di Elliot

Elliot è stato uno dei primi personaggi di cui ho scritto, non il primissimo, quanto meno il primo degno di nota.
All'età di quindici anni mi ero messo in testa di scrivere un racconto in cui non si venisse a conoscere il nome della protagonista fino alla fine della storia ma, non essendo io Chuck Palaniuck, fallii miseramente nell'impresa.
Più in la con gli anni, ne avevo già 18, mi venne in mente una storia, molto carina, molto fantasy, i cui protagonisti erano gli stessi della storia precedente: Elliot in primis, ma anche Lara, Peter e Mallory. Iniziai a scrivere di loro nella speranza che ne uscisse qualcosa di carino ma, per prima cosa, mi fissai sull'idea che il tutto doveva essere narrato in prima persona da Elliot, pessima idea: i racconti in prima persona sono divertenti se inseriti qua e la nella storia, fungono da approfondimento del personaggio, ma usarla per tutto il libro era un po' pesante. Soprattutto mi trovai in difficoltà quando dovevo parlare delle vicende degli altri personaggi in assenza di Elliot.
In secondo luogo non funzionava perchè ero un principiante che, a parte qualche idea carina, non aveva gran dimestichezza con l'italiano ne con i tempi comici.
Però quella storia è sempre rimasta nella mia testa a vagare e a formarsi. Sostanzialmente era la storia di questi quattro personaggi che per buffe vicende legate ad un portale finivano in una sorta di dimensione parallela molto fantasy.... vi dice niente?
Quale storia migliore di questa poteva essere riadattata all'universo creato da Jonah?
D'altra parte non sarà il massimo dell'originalità, a tutti gli scrittori fa gola l'idea di un personaggio ordinario in un contesto straordinario. Dalle Cronache di Narnia alla saga di Harry Potter direi che questo sentiero è stato battuto in lungo e in largo.
Alla fine il fantasy è semplice, ci sono degli elementi, delle regole da seguire, c'è un buono, un cattivo, una battaglia e tutti vissero e felici e contenti (o quasi)
Quello che fa veramente la differenza alla fine sono i personaggi, le loro storie e le loro relazioni interpersonali.
Ci tengo a precisare che effettivamente in questa storia avverrà il passaggio tra un mondo e l'altro come preventivato da Jonah, ma non è l'unica soluzione che questo universo ci pone davanti. Tante storie potranno essere ambientate in uno solo dei due mondi, e intendo farlo.
Come dice anche Jonah, tutti i sigilli in qualche modo "perdono" e magari a volte un po' di magia può arrivare nel mondo puramente razionale della scienza. E beh, per quanto riguarda il mondo fantasy c'è sempre qualcosa da raccontare di interessante.
Detto questo, buona lettura per i prossimi capitoli.


martedì 26 ottobre 2010

Precisazione

I due post intitolati Il Sigillo sono pensati non per raccontare una storia, bensì per fare da prologo a qualcosa di più grande, una sorta di introduzione all'universo all'interno del quale ambienterò le mie narrazioni.
Quindi se ho liquidato l'argomento abbastanza in fretta, non è perché non avessi nulla da dire, ma perché vorrei riservarmelo per il futuro.
Le prossime storie saranno ambientate in un futuro molto remoto rispetto alle vicende di Jonah, ma non escludo un giorno di ritornare a ritroso e scrivere un 'prequel', magari riprendendo la vicenda della Guerra delle Stirpi e dei suoi protagonisti, Jonah compreso.


giovedì 21 ottobre 2010

Prologo

Come si può iniziare un blog?
I libri di solito iniziano con un prologo che introduce la narrazione, magari racconta una breve storia che fino alla metà del libro non si capisce cosa possa significare, oppure semplicemente presenta il protagonista o gli eventi che creeranno il contesto all'interno della quale si dipanerà l'avventura che si vuole raccontare.
Beh, questo è il prologo del mio blog, un blog strano, almeno per me: magari su internet ci sono già migliaia di blog che pubblicano le stesse cose che intendo pubblicare io, ciò non toglie che, quando l'idea mi è balenata in testa, ho pensato che fosse piuttosto strana...
Partiamo da un presupposto: io non sono uno scrittore, ne aspiro a diventarlo (nella vita faccio il programmatore). Eppure...
Mettiamola così: ho delle idee... ogni tanto mi vengono... buffe, strane, bislacche, divertenti... e fin qui non c'è nulla di strano; ognuno ha delle idee, sarebbe strano il contrario... il mio problema e che queste idee tendo a dimenticarle con una certa velocità!
Il più delle volte queste idee riguardano storie: frammenti di pagine di un libro scritto nella mia mente; ma non un libro qualsiasi, uno di quei libri enormi e pesanti che restano lì sullo scaffale per mesi (se non anni) a prendere polvere solo perché nello zaino proprio non ci vuole entrare. Tu ti ripeti che prima o poi lo leggerai, e non lo dici solo tanto per dire, quel libro tu lo vuoi leggere davvero. Poi però ti immagini mentre viaggi sulla metropolitana per andare al lavoro (rigorosamente in piedi) con questo librone in mano a fare l'equilibrista per non cadere alla prima fermata. Oppure mentre cammini per strada con quello zaino nel quale, dopo aver conseguito il master europeo in Tetris applicato, quel libro tu ce l'hai fatto entrare; però ora è li coi suoi bei chiletti a gravare sulla tue già fragili spalle e inizi a vedere il secchio della spazzatura come un'allettante alternativa al mal di schiena!
Alla fine lo lasci lì, sullo scaffale, a torreggiare su una pila di altri libri che prima o poi leggerai. "Quando uscirà l'edizione tascabile" ti dici. Oppure, meglio ancora, l'edizione elettronica: magari da leggere su quel meraviglioso telefono di ventinovesima generazione, dicendo definitivamente addio a quelle poche diottrie che ti restano!
Certo è che nel mio caso quel libro non mi è indifferente, lo sento che mi chiama, e spesso mi avvicino anche solo per dargli una sfogliata, giusto per fargli prendere un po' di ossigeno: Fargli fare una passeggiata, oppure offrirgli un dolcetto, di quelli col fruttino glassato sopra. Ai libri bisogna volergli bene, altrimenti si intristiscono. Così l'occhio mi cade lì tra quelle righe, come se un invisibile lazo avesse catturato la mia pupilla a non gli permettesse di divincolarsi. A quel punto, già che ci sono, inizio a leggere. Poche righe, al massimo un paragrafo, arrivo giusto alla fine del capitolo e poi vado a preparare la cena.
E' in quel momento che le idee prendono forma e si dipingono storie, racconti, dialoghi e battute. Non sono io a scriverle, sono loro che si proiettano nella mia testa: evidentemente non avevano di meglio da fare. Alcune sono pessime, ma altre sono buone, buone davvero. Certo, sono buone per me, magari a qualcun altro fanno schifo, però l'importante è che a me piacciano.
E poi? E poi spariscono. Inesorabilmente, inevitabilmente, ingiustificatamente spariscono... Che ci posso fare, sono nato con la memoria di un pesce rosso: mi scordo le cose! Poco male se mi scordo a casa le chiavi, tanto il mio gatto sa aprire la porta, ma le mie storie, quelle me le vorrei ricordare.
In questo blog non ho intenzione di scrivere un libro, non ne sarei capace, non ne avrei il tempo... mi limiterò invece a riportare quegli stralci che riesco di volta in volta a carpire da quel libro che mi ritrovo in testa: frammenti sparsi, senza un ordine preciso (e spesso neanche appartenenti allo stesso racconto).
Niente titoli, niente nomi, solo storie: senza capo ne coda, senza alcuna pretesa di impressionare o interessare, solo le mie storie.
E' un modo come un altro per prendere i classici due piccioni con una fava, oddio, avrei preferito due quaglie, ma si sa, con le fave si pigliano solo i piccioni. In questo modo io le mie storie non le scordo, e magari qualcuno a cui piacciono ci si imbatte e ci passa quella mezz'ora che non sapeva proprio come impegnare.