lunedì 13 dicembre 2010

Braccati

Se ne stava lì, ferma sul bordo della voragine a fissarmi. Bella, per carità, però forse un po' idiota. Era in controluce, quindi non riuscivo a vederla bene, ma sembrava avesse indosso un sacco di patate e dei pantaloni anni '60, probabilmente ricavati da un altro sacco di patate. Cercavo di sorriderle per farle capire che non ero pazzo. Mi stava venendo una paresi alla faccia. Intorno a me c'erano alcuni oggetti. Tutto ciarpame e paccottiglia. Eccolo. Quel grosso candelabro mi era finito diritto in testa. Una male cane. Forse aveva scambiato quel buco per una discarica, perché quelli che aveva buttato avevano tutta l'aria di essere rifiuti. Quelle cose inutili che si ritrovano aprendo le scatole dopo un trasloco e che non sai proprio dove metterle. Alla fine il secchio della spazzatura si rivela essere sempre il posto più adatto. Non capisco però come facesse a sapere di quel buco. Se non fosse per noi che ci siamo crollati dentro, quello doveva essere un bel terreno piatto e apparentemente solido.
"Ehi, dico a te, lassù. Avremmo bisogno di aiuto. Siamo bloccati qui sotto da ieri sera. Abbiamo una corda, ma ci serve che qualcuno la leghi ad un albero". La corda. Bella storia quella della corda. Peter e il prof l'avevano legata ad un albero prima di cadere, eppure adesso se ne stava lì per terra con la cima tutta bruciacchiata. Come se fosse stata tagliata con una fiamma e ributtata dentro al buco. Tutta colpa di Elliot. Sinceramente ancora non riesco a capire cosa abbia combinato. All'improvviso il suo sguardo era diventato vitreo. Camminava come uno zombie verso il centro della stanza e poi... Boh! Ricordo solo che stava canticchiando una specie di canzoncina in una lingua strana che per quel che mi riguarda poteva anche essere aramaico antico. Poi c'è stata l'esplosione, ma non un'esplosione vera, solo luce. Un lampo accecante e un sibilo fortissimo che ci ha fatto perdere conoscenza. Quando mi sono ripreso c'era solo Elliot in piedi al centro della stanza. Se ne stava lì fermo con lo sguardo basso. All'inizio avevo pensato fosse uno scherzo di cattivo gusto quindi gliele volevo suonare di santa ragione, però quando l'ho strattonato sembrava come se si fosse appena svegliato. Aveva sussultato. Lo sguardo era tornato normale, anzi, sembrava sperduto. Incredulo quanto me. "Che è successo?" mi aveva chiesto. "E che ne so io? Sei tu quello che è diventato strano!"
E pensare che lo stavo rivalutando. Tutto sommato si era comportato bene in quella situazione particolare. Non aveva perso lucidità nel momento del pericolo e mi aveva anche aiutato a sistemare Lara. La prima conseguenza pratica di quello strano lampo è che i fantasmi che avevano illuminato la stanza fino ad un attimo prima se l'erano squagliata. Evidentemente si erano spaventati. Poverini. A quanto pare non si limitavano ad illuminare la stanza, ma la riscaldavano anche. Una volta spariti, il freddo aveva riempito tutta la cupola. Un freddo umido, tipico delle cantine d'inverno. Una sensazione tremenda perché senti uno ad uno tutti gli arti che ti si intorpidiscono. Lara aveva iniziato a tremare e con quella brutta frattura rischiava di non superare la notte, così a turno l'abbiamo coperta con le nostre giacche. Il risultato è stato che Lara aveva smesso di battere i denti mentre noi avevamo iniziato.
Il Professor Stevens aveva acceso un bel fuocherello con alcuni rami secchi, ma non era servito a granché. Tutti quanti avevamo un cellulare, ma sembrava non esserci campo. Non c'era modo di chiamare aiuto. L'unica nostra speranza era quella ragazza. Imbambolata e più spaventata di noi. "Cosa ci fate lì dentro?" chiese. Un vero genio. "Facciamo una piccola vacanza, non si vede?" Non doveva essere molto pratica del concetto di sarcasmo perché il suo sguardo sembrò sempre più confuso. "Siamo caduti ieri sera. Eravamo su alla villa e scendendo il terreno ci è franato sotto i piedi". Forse era meglio cercare di evitare le battute ironiche, dopotutto era la nostra via d'uscita da quella situazione insostenibile. "Quale villa?" Ok, idiota era un po' riduttivo. Che vuol dire 'quale villa'! Casale Spavento si vede anche da un chilometro di distanza. Con certa gente è meglio andarci con i piedi di piombo "Senti, abbiamo solo bisogno di qualcuno che ci leghi la corda ad un albero, così usciamo, portiamo la nostra amica in ospedale e non diciamo a nessuno che cos'hai buttato qui dentro". Quelle ultime parole dovevano aver colpito nel segno perché la ragazza sembrò riscuotersi dal torpore e ridiventare lucida. Legai la corda al candelabro che mi aveva colpito in testa e glielo lanciai. Lei lo prese al volo, slegò la corda e ributtò giù il candelabro. Per poco non mi colpiva di nuovo "Oh, scusa". Idiota e imbranata. Prese la corda e la legò ad un tronco. Essendo tagliata era più corta, ma sembrava essere sufficiente.
"Allora, Elliot e Peter salgono per primi. Io e il professore rimaniamo giù ad assicurarci che Lara non cada di nuovo". Lara era pallida in viso e aveva la fronte imperlata di sudore. Probabilmente aveva la febbre. Faceva fatica a respirare. Aveva assoluto bisogno di un dottore. Ci volle un po', ma alla fine riuscimmo a farla risalire dal buco. Una volta salita Lara fu il nostro turno. Il professore volle a tutti i costi far salire prima me. Come se finora fosse servito a qualcosa il suo aiuto.

Impiegai un po' per capire. E tuttora non sono sicuro di aver afferrato bene. La ragazza, Kaila, non era del tutto stupida. Effettivamente la villa non c'era. Scomparsa. Anzi, come se non fosse mai neanche esistita. Ma non era tanto quello a preoccuparmi, quanto il fatto che anche la nostra città sembrava essere sparita. Vicino al buco c'era una radura e da lì si vedeva chiaramente. Al posto della città era sorto una specie di borgo medievale. Uno di quelli che si vedono sui libri di storia. Inoltre in lontananza si vedeva una... beh, sembrerebbe proprio una montagna, ma in quella zona non c'erano montagne. Oddio, non che io sia un esperto di geografia, ma una montagna come quella l'avrei notata. Alta e a punta con sulla vetta delle specie di... torri? Avevano tutta l'aria di essere le dita di una mano, ma a rifletterci bene sembravano più le torri di un castello.
"Dove diavolo siamo finiti?" chiese Peter. "Direi esattamente dove eravamo ieri sera. Noi non ci siamo spostati" fece il prof andando da una parte all'altra della radura "guardate la collina, è identica a come era ieri sera. Gli stessi alberi, lo stesso buco. La cupola lì dentro non sembra diversa da ieri sera. E' come se tutto il resto del mondo fosse cambiato all'improvviso". Kaila sembrava decisamente perplessa. Non avevo sbagliato di molto ad identificare i suoi vestiti. Certo, non erano sacchi di patate, però ricordavano molto gli abiti da contadini che si vedevano al museo di storia medievale. Non dovevano venire dagli anni '60, ma più probabilmente dal '600. "E se fossimo tornati in dietro nel tempo?" Lo dissi quasi scherzando, ma gli altri sembravano prendere l'ipotesi sul serio. "No, non è possibile, altrimenti il buco si sarebbe richiuso" mi rispose Peter. Dovevo decisamente smetterla con le battute sarcastiche, sembravo essere l'unico ad avere un minimo di senso dell'umorismo.
"Beh, adesso che facciamo? In ogni caso dobbiamo far curare Lara, cercheremo più tardi di capire cos'è successo". Nessuno si preoccupava della ragazza. Tutti erano molto più interessati a capire dove fossimo finiti. Mi sentivo debole, come tutti del resto. La nottata ci aveva sfiancati e non avevamo nulla da mangiare. Il borgo sembrava essere molto lontano e se davvero eravamo finiti indietro nel tempo dubito che avremmo potuto comprare del cibo coi nostri soldi. "Avete fame?" disse Elliot. "No, perché io sto morendo e qui ho parecchia roba". Non lo capisco quel ragazzo. Non si era portato neanche una torcia elettrica, però aveva tanto cibo in quello zaino da poter sfamare un esercito. Anche Lara si riprese un po' dopo aver mangiato e bevuto un succo di frutta. Elliot la aiutò sia a mangiare che a bere come un bravo infermierino. Bah, all'inizio mi era sembrato di capire che si odiassero, ma evidentemente mi ero sbagliato. Quei due sembravano parecchio legati. Lui era estremamente servile e lei era tutta un sorriso.

Il problema principale per potersene andare da lì era trovare il modo di spostare la barella di Lara. Con l'aiuto del professore e di Kaila ci procurammo una serie di rami per rinforzare la struttura della lettiga e un paio di bastoni particolarmente lunghi da usare per trasportarla a braccio. Kaila sembrava sempre sul punto di dirmi qualcosa, ma poi abbassava lo sguardo e si allontanava. Forse avrei dovuto darle corda, ma non era il momento. All'improvviso poi sparì esattamente com'era comparsa. Il tramonto calò in fretta e probabilmente ci saremmo dovuti accampare lì. Kaila tornò con alcune strane foglie e delle bacche. Non esattamente quello che mi aspettavo per cena. "Non si mangiano queste. Servono per la gamba della vostra amica. Sono erbe curative". Beh, almeno Lara sarebbe arrivata viva fino all'indomani.
Preparammo un grande falò che ci permettesse di combattere il freddo della notte e consumammo in fretta i pochi avanzi che Elliot aveva conservato. "Da dove venite?" chiese Kaila. Avrei voluto risponderle, ma sinceramente non sapevo cosa dirle. "Io vengo da quella città laggiù. Quella sulla cima del monte. Si chiama Elengar. Non la conoscete, vero?" Sembrava sapere cosa stesse accadendo. "Tu sai come siamo finiti qui?" chiese il professore. "Sinceramente no, ma comincio a credere che quel lampo di luce che ho visto ieri sera foste voi. Probabilmente vi siete teletrasportati". Il lampo era un dato di fatto, l'aveva visto anche lei, ma l'idea del teletrasporto era davvero insolita. "Non sai cosa sia un accendino, ma sai cos'è il teletrasporto?". Sembrava che la cosa la facesse ridere. "Certo che lo so, è una magia che permette ad oggetti e persone di spostarsi da un luogo ad un altro. Non sono una strega ma qualcosa sulla magia la so anche io". Dopo questa le avevo davvero sentite tutte. Pazza, come altro definirla. Adesso si era messa a blaterare di magia come se fosse la cosa più normale del mondo. Certo che da quel poco che so sul Fantasy, quello che Elliot aveva pronunciato all'interno della cupola aveva tutta l'aria di essere un incantesimo.

Fu rapido come un fulmine. Ne riuscii a sentire solo il sibilo. Il rumore sordo del metallo che si conficcava nel legno attirò il mio sguardo. Una freccia si era conficcata nell'albero accanto a quello al quale ero appoggiato. Mi voltai verso gli altri "Qualcuno ci sta... sparando... come diavolo si dice quando ti tirano una freccia?". Kaila scattò in piedi. Buttò il resto della sua acqua sul fuoco per spegnerlo. "Presto! Dobbiamo scappare! Mi hanno seguita!".
"Chi diavolo sono? E come facciamo con Lara?"
"Non lo so, ma se vuoi puoi rimanere a chiederglielo. Dobbiamo risalire la collina".
Oh che bello, anche Kaila sapeva essere sarcastica. Peccato per la pessima scelta dei tempi. Elliot ed io sollevammo di peso la portantina con Lara sopra e iniziammo a correre dietro a Kaila. Veloce la ragazza. In pochi minuti ci aveva quasi seminato. Frecce su frecce continuavano a conficcarsi nei tronchi degli alberi lungo il nostro cammino. O il tizio aveva una pessima mira o stava cercando di farci cadere in una trappola. "Non ce la facciamo a correre più veloce con Lara in queste condizioni". Peter, che ci aveva superato, si fermò di colpo. "Dividiamoci! Io sono di sicuro il più veloce, posso cercare di attirarmeli dietro e darvi il tempo di scappare. Ci vediamo domattina dall'altro lato della collina". Non ricordavo fosse così coraggioso. Lui era quello che si defilava sempre quando mi avvicinavo ad Elliot. "Non fare l'eroe, quelli ti ammazzano". Non sembrava rendersi conto del pericolo. Prima che riuscissimo a farlo ragionare era già scattato verso valle. "Fermati!" Il professore sembrava disperato. Perdere un alunno in una bravata notturna non doveva essere una cosa carina da scrivere sul curriculum. "Voi andate avanti e proteggete Lara, a lui ci penso io". Scattò all'inseguimento di Peter lasciandoci da soli con Kaila. La ragazza si fermava di tanto in tanto per permetterci di raggiungerla, ma le braccia iniziavano a cedere.
Il rumore delle frecce sembrava aver deviato percorso. Forse Peter e il prof erano riusciti nel loro intento, ma Elliot ed io eravamo al limite. Non saremmo riusciti a trascinarci dietro la barella per molto ancora. A valle calò il silenzio. Kaila ci fece segno di raggiungerla, aveva trovato una specie di piccola rientranza nella roccia che poteva fornirci riparo. Nascondemmo per bene Lara e ci accucciammo tra le rocce. Le braccia erano puro dolore e facevo fatica a respirare. Difficilmente sarei riuscito e risollevare di nuovo quella barella.

Ci furono lunghi momenti di silenzio rotti solo dall'ululato di un lupo in lontananza. "Ehilà! Dove siete? E' inutile che vi nascondete, abbiamo catturato i vostri amici e tra poco sarà il vostro turno. Vogliamo solo la ragazza!".
Elliot ed io ci girammo verso Kaila che sembrava sorpresa quanto noi. "Allora, si può sapere chi sono? E cosa vogliono da te?"
"Fanno parte di un esercito speciale. Non ne so molto. Da poco controllano la guardia di Elengar. Quella roba che ho buttato nel buco l'avevo rubata nel palazzo reale. Devono averlo scoperto e mi avranno seguita". Perfetto, ci trovavamo in un mondo sconosciuto insieme ad una criminale ricercata. Beh, non importava molto di quali crimini si fosse macchiata, ci aveva salvato la vita e non l'avrei lasciata nelle mani di quei tizi. Il problema è che non sapevo proprio cosa fare. Avevamo lasciato tracce ovunque. Se quello era anche solo un cacciatore mediocre, ci avrebbe trovato in pochi minuti.
Elliot si alzò in piedi all'improvviso. "Scemo, torna giù, ti farai beccare!" Si muoveva con quel passo incerto che già aveva mostrato nella cupola. Lo afferrai per un braccio e lui si voltò di scatto. Aveva di nuovo quello sguardo vitreo ed esanime. Sembrava un morto che camminava. Devo ammettere di essermi spaventato. Ovviamente solo per un attimo. Mica ho paura dei morti io. Però lasciai andare la presa ed Elliot ricominciò a camminare. Raggiunse il centro del sentiero e si fermò. Un bersaglio facilissimo. Vidi la freccia avvicinarsi a lui quasi al rallentatore. No, un momento. Non ero io a vederla al rallentatore. Era proprio la freccia che stava rallentando. Elliot aveva alzato la mano davanti a sé e il palmo gli si era leggermente illuminato. La freccia si fermò a mezz'aria e prese fuoco. In quello stesso istante da ogni albero o cespuglio di fronte ad Elliot si alzarono enormi fiamme. Un vero e proprio muro di fuoco si formò di fronte al ragazzo. Si estendeva per centinaia di metri in entrambe le direzioni. Dovevo decisamente riconsiderare come attendibile l'ipotesi del teletrasporto magico.
Il pericolo era passato. Nessuno sarebbe riuscito ad oltrepassare quell'inferno. Potevamo scappare. Dovevamo trovare il modo di liberare Peter e il prof, ma se Elliot poteva usare la magia, forse ce l'avremmo fatta. Andai da lui per congratularmi sinceramente. Gli diedi una pacca sulla spalla e lui trasalì. "Che è successo? E da dove viene il fuoco?"
"Sei stato tu, non ricordi?"
"Io? Ma che stai dicendo, io ero con te nel nascondiglio... un momento, come ci sono arrivato qui?"
"Eri tipo in trans. Non so come hai fatto, ma ci hai salvato. Ora andiamo. Dobbiamo scappare".
Kaila sembrava sorpresa quanto me. Forse neanche in quel mondo assurdo era così usuale vedere un mago all'opera. Comunque l'incombenza di Lara ci riportò alla realtà. Elliot ed io risollevammo la barella con enorme fatica e ricominciammo a muoverci. Andavamo piano. Un po' perché ci sentivamo più sicuri, un po' perché eravamo allo stremo delle forze.
La salita era finita, avevamo raggiunto la vetta. Là dove doveva sorgere Casale Spavento c'era solo una piccola radura. Al centro sgorgava una polla d'acqua. Un posto perfetto per recuperare un po' di energie. Appena depositata Lara a terra, quasi mi tuffai con la testa nell'acqua gelida. Avevo freddo, ma la sensazione era stupenda. Sembrava quasi di rinascere. Bevvi tutta l'acqua che riuscii ad ingoiare. Quando riemersi vidi che Kaila aveva seguito il mio esempio. I capelli bagnati le calavano sulla fronte e i suoi occhi risplendevano al buio.
Solo Elliot non si era tuffato. Dallo zaino aveva preso un bicchiere di carta e faceva la spola tra la pozza e Lara. Effettivamente la ragazza era quella che aveva più bisogno di rinfrescarsi. Doveva avere la febbre alta e Elliot faceva di tutto per abbassarle la temperatura. Tamponava la sua fronte con un fazzoletto imbevuto d'acqua e ogni volta che ne aveva bisogno le portava altra acqua.
Per un attimo le appoggiò la mano sul ventre e chiuse gli occhi con forza. Forse voleva provare a curarla con la magia, ma senza alcun esito. Rimanemmo lì per un po'. In lontananza si sentiva ancora il crepitio dell'incendio che Elliot aveva appiccato. Grosse nuvole di fumo si alzavano verso il cielo. L'odore del legno bruciato riempiva l'aria. Kaila si alzò e si scrollò via la terra dai pantaloni. "Dobbiamo andare. Quel fuoco non li terrà impegnati per molto". Ci alzammo controvoglia e ci stiracchiammo. Eravamo stanchi ma non era quello il momento di riposarsi, così ci incamminammo con Kaila in testa.
Avevamo appena iniziato a scendere dall'altro versante della collina quando all'improvviso la ragazza si immobilizzò. "Che succede?" fece Elliot andandole quasi a sbattere addosso. "Lupi!" rispose lei.
Davanti a noi si era schierato un intero branco di lupi. Dovevano essere almeno una dozzina e altri si stavano avvicinando dietro di noi. Eravamo completamente circondati. "Ok Elliot, questo è il momento di fare un'altra di quelle cose alla Harry Potter".
"Non ho la più pallida idea di come ci sia riuscito."
"Basta una scintilla. Un fuocherello. I lupi si spaventano facilmente con queste cose."
"Ti ripeto che non so farlo a comando. C'ho già provato prima."
I lupi si avvicinavano lentamente. Lara era una preda troppo facile. Era impossibile proteggerla in quella situazione. Non c'era via di scampo. Proprio nel momento in cui pensavamo di esserci salvati.
Bel modo di concludere la giornata.


1 commento:

  1. Fantastico. Adoro quando è Mallory a raccontare. Forse qui la narrazione in prima persona e quella in terza si sono un po' mischiate a volte... in ogni caso mi è piaciuto molto. :)

    RispondiElimina