venerdì 22 ottobre 2010

Il Sigillo - Parte 1

I sigilli sono una cosa strana, magia antica, quasi superstizione.
Quello che fanno è tenere fuori le cose che non si vogliono fare entrare o tenere dentro le cose che non si vogliono far uscire. Niente di complicato.
In teoria puoi sigillare qualsiasi cosa, dalla magia più potente all'oggetto più banale. Quando a fine estate mia madre preparava la conserva delle ciliege, prima le lavava per bene, poi le controllava una ad una per assicurarsi che non fossero già il pasto di qualche allegro vermetto che, poveretto, con la fatica che aveva fatto per entrare li dentro, non sembrava carino farlo schiattare, infine le ricopriva con lo zucchero e chiudeva il barattolo. Lì avveniva la magia, anche se proprio magia non era: lo zucchero fermenta, nel farlo brucia l'ossigeno, si crea il vuoto e il tappo schiocca.
Quando ero bambino adoravo quel momento: mi mettevo a fissare tutti i barattoli al sole e aspettavo che si compisse il miracolo e iniziasse il concerto. Lo schiocco era il segnale che ti avvertiva che adesso le ciliege erano al sicuro, che durante l'inverno avrebbe comunque fatto un freddo porco, ma almeno ti potevi riscaldare un poco con quel nettare dolce.
Quello era a tutti gli effetti un sigillo, e lo faceva la mia mamma, che era una brava donna ma di magia non ne capiva un fico secco, o meglio, i fichi secchi li capiva benissimo, soprattutto col cacio, era la magia che proprio non gli entrava in testa.

Il problema principale da affrontare per creare un buon sigillo è capire come convincere l'oggetto da sigillare a non varcare quel limite o quantomeno a chiederci il permesso prima di farlo. Con le ciliege è facile, non sono particolarmente ostili all'idea di rimanere nel barattolo, anzi, fosse per loro non ne uscirebbero più. In genere il principio del barattolo funziona su tutte le cose tangibili, più la cosa tangibile è grossa e più devi fare un barattolo grosso. Basti pensare alle mura di cinta delle città, non saranno inviolabili, ma gli invasori il più delle volte ci si scoraggiano, soprattutto se di mezzo c'è anche un bel fossato. No, il problema è con le cose intangibili! Con quelle si fa una fatica del diavolo. Soprattutto con le idee, sigillare un'idea è un'arte contorta, ma anche in quel caso di magia ce n'è ben poca, basta un poco di filosofia spicciola, due bicchieri di rum, neanche di quello buono, va bene anche un po' di idromele, e soprattutto bisogna parlare, parlare tanto, finché l'altro, stremato, si scorda dell'idea che ha avuto e il giorno dopo si sveglia con un mal di testa di quelli che ti fanno dimenticare anche come ti chiami.

Alla fine un sigillo è una cosa semplice, non richiede mai un grande sforzo, o per lo meno ne richiede meno di quello che solitamente si può pensare. Il segreto sta nel lasciare una via d'uscita.
Sembra un controsenso, ma non è così: il sigillo ha a che fare con la privazione della libertà, una sorta di schiavitù, e uno la schiavitù la sopporta solo se ha la speranza di liberarsene prima o poi.
"Pensa alle mucche" diceva sempre il mio mentore, ed effettivamente aveva ragione. Quelle di solito le si confina tutte insieme dentro un recinto semplice, il più delle volte fatto con poche assi di legno, di quello scadente, troppo impegnato a difendersi dai tarli per far caso alle mucche. Quanto potrebbe resistere un sigillo del genere sotto il peso della carica di una mandria intera? Niente! Non se ne accorgono nemmeno di averlo sfondato lo steccato, sono già a fondo valle a farsi gli affari loro. Se rimangono lì dentro buone buone è solo perché il pastore al recinto ci ha aggiunto una bella porticina, e non l'ha aggiunta solo per permettergli di entrare, per quello basta passare tra una stecca e l'altra, l'ha aggiunta per permettere alle mucche di uscire, per poterle portare al pascolo, e non quello giallo e secco a fondo valle, ma quello che si trova al limitare del bosco, verde e rigoglioso, con le foglie larghe piegate sotto il peso della rugiada fresca e qualche dente di leone sparso qua e là a fare da contorno. E quindi poi loro a sera ci tornano nel recinto, perché sanno che l'indomani il pastore le porterà di nuovo a brucare le erbe migliori. Non gli conviene scappare, e così lo steccato può continuare a farsi gli affari suoi e condurre la sua eterna battaglia contro i tarli.

La magia è un po' più infida delle mucche, per non parlare delle ciliege. Se la sigilli, quella si studia il tuo incantesimo per anni, e prima o poi vedrai che la falla la trova: una parola pronunciata male o una condizione sottintesa, troppo sottintesa, ed ecco lì che lei se ne scappa fuori e torna a far danni e soprattutto a fartela pagare di averla sigillata. E' per questo che bisogna inserire tra le condizioni dell'incantesimo una scappatoia, qualcosa che dia l'illusione di una futura libertà, qualcosa che la faccia stare buona nei momenti di sconforto. Basta darle una condizione d'uscita e quella diventa una carcerata modello, di quelle che a sera ti lavano anche i panni e ti preparano il pranzo al sacco per il giorno dopo.
Ovviamente non è che vanno bene tutte le condizioni, deve essere una adatta al tipo di magia che si vuole legare. Non gli puoi dire ad una magia che ammazza i polli che potrà essere libera solo quando non ci saranno più polli da ammazzare, quella ci va in puzza, se non ci sono più polli da ammazzare si annoia. No, bisogna dare qualcosa di appetibile, o magari di astratto, che non si capisce, così magari non si accorge nemmeno quando viene liberata.

Il difficile sta tutto lì, trovare la condizione d'uscita ideale per il tipo di sigillo che si vuole creare.
Quando al consiglio dei maghi proposi la creazione di questo sigillo mi risero tutti dietro. Non poteva essere diversamente: come poteva un ragazzino di appena 15 anni avere la soluzione giusta per la piaga che affliggeva il mondo da più di 100 anni: la Guerra delle Stirpi! E per di più come si poteva fermare una guerra solo con uno stupido sigillo! Eppure ero lì davanti al gran consiglio con i miei barattoli di ciliege e le mie mucche a cercare di far capire a tutti che non era la guerra il problema, ma ciò che c'era alla base, ed era quello che andava sigillato, la guerra sarebbe finita di conseguenza. Io in realtà volevo solo tornarmene nel mio villaggio, o per lo meno in quel che ne restava. Lanciare un'idea, ecco cosa volevo fare, dare la mia opinione, tutto qui! Mai mi sarei aspettato che mi avrebbero dato retta, e soprattutto mai nella mia vita avrei voluto prendervi parte. Io ho solo delle idee, non si può mica andare a morire per un'idea; lo si può fare per un'ideale, ma non è la stessa cosa, un'idea è solo un'idea! E invece eccomi qui, pronto a schiattare per un'idea che forse neanche funzionerà, insieme ad altri 14 maghi che mi guardano come fossi il loro carnefice e, soprattutto, senza più barattoli di ciliege!

Forse era meglio se mi facevo i fatti miei...


6 commenti:

  1. Lo adoro.
    Dico davvero.
    Ho sempre pensato che tu fossi uno scrittore nato da quando mi facesti leggere la prima parte delle avventure di Elliot, ma ora riconfermo... spero di poter leggere altri tuoi bellissimi post!

    RispondiElimina
  2. Forse 1 po' tardi x commentare ma ho letto il tuo racconto e l'ho trovato bellissimo.....
    mi piace il modo in cui è raccontato, un mix di dolcezza e informalità.....sei uno scrittore MITICO!
    Nadia =)
    (Sì, sempre io....la stessa di C.W.!)

    RispondiElimina
  3. bello....strano. Forte! Anke io voglio divent 1 scrittrice....conosco anke Nadia e qll sue stupide faccine....è bello, raccontato in modo divertente con una serietà che fa rendere ancora più comica la cosa....forte!
    Maya <3

    RispondiElimina
  4. Grazie ragazze,
    devo ammettere che è un po' che non vado avanti con questa storia, un po' per colpa del tempo e del lavoro, un po' perché mi sono concentrato su Comic Who, un po' perché ho avuto un piccolo "buco" di ispirazione, ma i vostri apprezzamenti mi danno la forza di riprendere la penna (o la tastiera come nel mio caso) in mano

    @Maya, guarda, io non ho fatto corsi e non si può certo dire che sia un vero scrittore, ma se hai l'ispirazione e la giusta dose di fantasia e padronanza della lingua (quest'ultima può essere sostituita da un buon correttore di bozze come nel mio caso capita con la mia ragazza) allora lascia che la mente vaghi e vedrai che i testi si scriveranno da soli :-)

    RispondiElimina
  5. Che sciocchino, io correggo pochissimo! :*****************

    RispondiElimina